Tua - 24 aprile 2015
Nuoro 24 Aprile 2015
Italia, 2015. Pochissimi i primari donna in ospedali, rettori e docenti donna nelle università, direttori d'orchestra donna nella musica, registe nel teatro e nel cinema. Perché? Perché non abbiamo mai avuto un Presidente del Consiglio donna? E perché è normale che l'ammortizzatore sociale del sistema - paese sia la donna? La mia finissima lingua, quando vuole riferirsi all'universale, è declinata al maschile. Perché? E perché i figli prendono solo il cognome del padre?
Un viaggio teatrale-musicale-coreografico dentro la contraddittoria e complessa condizione femminile.
Simonetta Ottone
Coreografa,Insegnante di Danza (dal 1990) DanzaMovimentoTerapeuta APID. Danz -attrice in varie Compagnie di Danza e Teatro (Xe, L'Impasto, Chille de la Balanza), ove cura spesso anche le coreografie. Fonda e dirige dal 1996 Associazione Compagnia DanzArte con cui presenta spettacoli in Rassegne, Festivals, videoclips, Concorsi, Eventi Culturali;Svariate collaborazioni la portano a lavorare con artisti quali: Steven Brown, Piccola Orchestra Avion Travel, Pamela Villoresi, Tuxedomoon, Alessandro Arrabito (nelle piecès ‘Aprile’ e ‘Dietro le sbarre l’azzurro)
Dopo alcune preziose pièces di teatro sociale, fra cui ‘Exposure’, ‘Vendute’ e ‘A Voce alta’ sulla vicenda di Ilaria Alpi, la teatro-danzatrice/autrice toscana Simonetta Ottone si cimenta ora in una narrazione fiera e dolorosamente consapevole che ‘’gli uomini dovrebbero stare con noi, perché è una cosa che li riguarda, perché la loro emancipazione dipende dalla nostra emancipazione : in questo, come in altri fatti della vita, siamo indissolubilmente legati gli uni agli altri…..’’
Italia, 2015. Pochissimi i primari donna in ospedali, rettori e docenti donna nelle università, direttori d'orchestra donna nella musica, registe nel teatro e nel cinema. Perché? Perché non abbiamo mai avuto un Presidente del Consiglio donna? E perché è normale che l'ammortizzatore sociale del sistema - paese sia la donna? La mia finissima lingua, quando vuole riferirsi all'universale, è declinata al maschile. Perché? E perché i figli prendono solo il cognome del padre?
Un viaggio teatrale-musicale-coreografico dentro la contraddittoria e complessa condizione femminile.
Simonetta Ottone
Coreografa,Insegnante di Danza (dal 1990) DanzaMovimentoTerapeuta APID. Danz -attrice in varie Compagnie di Danza e Teatro (Xe, L'Impasto, Chille de la Balanza), ove cura spesso anche le coreografie. Fonda e dirige dal 1996 Associazione Compagnia DanzArte con cui presenta spettacoli in Rassegne, Festivals, videoclips, Concorsi, Eventi Culturali;Svariate collaborazioni la portano a lavorare con artisti quali: Steven Brown, Piccola Orchestra Avion Travel, Pamela Villoresi, Tuxedomoon, Alessandro Arrabito (nelle piecès ‘Aprile’ e ‘Dietro le sbarre l’azzurro)
Dopo alcune preziose pièces di teatro sociale, fra cui ‘Exposure’, ‘Vendute’ e ‘A Voce alta’ sulla vicenda di Ilaria Alpi, la teatro-danzatrice/autrice toscana Simonetta Ottone si cimenta ora in una narrazione fiera e dolorosamente consapevole che ‘’gli uomini dovrebbero stare con noi, perché è una cosa che li riguarda, perché la loro emancipazione dipende dalla nostra emancipazione : in questo, come in altri fatti della vita, siamo indissolubilmente legati gli uni agli altri…..’’